40 – Quali obblighi antiriciclaggio per i Trustee ? Sentenza del Tribunale di Roma pubbl. 06/2022

Sentenza 40 – Obblighi antiriciclaggio per i Trustee. Sent. Tribunale di Roma pubbl. 06/2022

La normativa antiriciclaggio italiana impone specifici obblighi di adeguata verifica della clientela a tutti i soggetti professionali che operano nel settore finanziario e dei servizi alle imprese. Una recente sentenza del Tribunale di Roma, pubblicata nel giugno 2022, ha chiarito importanti principi applicativi di tali obblighi nel settore dei trust, fornendo indicazioni preziose per tutti gli operatori del settore.

La vicenda: violazioni negli obblighi di verifica della clientela

La controversia ha avuto origine da un decreto sanzionatorio emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nei confronti di una società specializzata in servizi fiduciari e del suo legale rappresentante, per violazioni degli obblighi di adeguata verifica della clientela previsti dall’articolo 56, comma 1, del decreto legislativo 231/2007.

Le violazioni contestate riguardavano quattro distinti fascicoli di trust, costituiti nell’arco temporale compreso tra il 2010 e il 2016, per i quali la società non aveva adempiuto correttamente agli obblighi di identificazione e verifica dei soggetti coinvolti nei rapporti fiduciari.

Le specifiche violazioni accertate

L’autorità di vigilanza aveva rilevato gravi carenze nell’adempimento degli obblighi di adeguata verifica, in particolare:

Mancata identificazione dei beneficiari: In tutti i trust esaminati, la società non aveva proceduto alla corretta identificazione dei beneficiari, non fornendo i dati identificativi essenziali, compresi gli estremi dei documenti di riconoscimento delle persone interessate.

Omessa verifica dei guardiani: Per ciascun trust era stata omessa l’identificazione dei soggetti designati come guardiani del fondo, figure che esercitano controllo significativo sul patrimonio conferito e che pertanto rientrano nella definizione di “titolare effettivo” secondo la normativa antiriciclaggio.

Carenze nella registrazione: I nominativi dei soggetti coinvolti non risultavano annotati né sui moduli di adeguata verifica della clientela, né sul registro della clientela tenuto ai fini antiriciclaggio, violando così gli obblighi di documentazione e tracciabilità.

La difesa e le eccezioni sollevate

La società sanzionata aveva proposto opposizione al decreto, articolando la propria difesa su tre livelli progressivi:

Contestazione nel merito: Inizialmente aveva negato la sussistenza delle violazioni contestate, sostenendo il difetto di motivazione del provvedimento sanzionatorio e l’errata identificazione dei comportamenti illeciti.

Errore incolpevole: In subordine, aveva invocato l’applicazione dell’articolo 3 della legge 689/1981, sostenendo che le eventuali violazioni fossero dovute a errore sul fatto incolpevole.

Eccessività della sanzione: In estremo subordine, aveva chiesto l’applicazione dell’articolo 11 della legge 689/1981 per ottenere una riduzione della sanzione, ritenuta eccessivamente onerosa rispetto alla gravità delle violazioni e alle condizioni economiche dei soggetti responsabili.

La decisione del Tribunale: principi e motivazioni

Il Tribunale di Roma ha respinto le eccezioni di merito, confermando la sussistenza delle violazioni contestate, ma ha accolto parzialmente l’opposizione per quanto riguarda la quantificazione della sanzione.

I principi normativi applicabili

La sentenza ha chiarito che gli obblighi di adeguata verifica della clientela, disciplinati dagli articoli 17 e seguenti del decreto legislativo 231/2007, si articolano attraverso quattro fasi fondamentali:

  • Identificazione del cliente e verifica della sua identità
  • Identificazione del titolare effettivo e verifica della sua identità
  • Acquisizione di informazioni sullo scopo e natura del rapporto
  • Controllo costante del rapporto per tutta la sua durata

La definizione di titolare effettivo nei Trust

Particolare rilevanza assume la definizione di “titolare effettivo” contenuta nell’allegato tecnico al decreto 231/2007. Per i trust e gli istituti giuridici analoghi, sono considerati titolari effettivi:

  • I beneficiari del 25% o più del patrimonio, se già determinati
  • La categoria di persone nel cui interesse principale è istituito il trust, se i beneficiari non sono ancora determinati
  • Le persone fisiche che esercitano controllo sul 25% o più del patrimonio

L’accertamento delle violazioni

Il Tribunale ha ritenuto “profondamente inconsistenti” le deduzioni difensive della società, evidenziando come le violazioni fossero chiaramente documentate e non giustificabili. La mancata identificazione di beneficiari e guardiani costituisce violazione diretta dell’articolo 56 del decreto 231/2007, che sanziona l’omessa acquisizione e verifica dei dati identificativi dei soggetti coinvolti nei rapporti professionali.

La rideterminazione della sanzione

Pur confermando la sussistenza delle violazioni, il Tribunale ha proceduto a una rideterminazione delle sanzioni antiriciclaggio applicate, riducendole da circa 7.000 euro a circa 5.000 euro.

I criteri di quantificazione

La riduzione è stata motivata dall’applicazione dei criteri previsti dall’articolo 11 della legge 689/1981, che impone di considerare:

  • La gravità della violazione
  • L’opera svolta dall’agente per eliminare o attenuare le conseguenze
  • La personalità dell’agente
  • Le condizioni economiche del trasgressore

Il regime transitorio

La sentenza ha chiarito che, in applicazione dell’articolo 69 del decreto 231/2007, alle violazioni commesse anteriormente all’entrata in vigore del decreto legislativo 90/2017 si applica la normativa vigente all’epoca della violazione, se più favorevole. Questo principio di retroattività della legge più mite ha consentito l’applicazione del regime sanzionatorio previgente, più favorevole per i trasgressori.

Massime e principi generali

Dalla sentenza si possono estrarre i seguenti principi di diritto:

Principio di completezza della verifica

Gli obblighi di adeguata verifica della clientela nei trust richiedono l’identificazione completa di tutti i soggetti che rivestono la qualifica di titolare effettivo, compresi beneficiari e guardiani, indipendentemente dalla loro nazionalità o residenza.

Principio di documentazione

L’adempimento degli obblighi antiriciclaggio richiede non solo l’effettiva identificazione dei soggetti, ma anche la loro corretta annotazione nei registri e moduli previsti dalla normativa, garantendo la tracciabilità delle verifiche effettuate.

Principio di specializzazione professionale

I soggetti che operano professionalmente nel settore dei trust sono tenuti a una diligenza qualificata nell’adempimento degli obblighi antiriciclaggio, non potendo invocare errori o omissioni dovuti a inesperienza o superficialità.

Principio di proporzionalità sanzionatoria

La quantificazione delle sanzioni amministrative deve tenere conto delle specifiche circostanze del caso, applicando i criteri di personalizzazione previsti dalla legge 689/1981, anche quando si tratti di violazioni sistematiche.

Implicazioni pratiche per gli operatori

La sentenza fornisce importanti indicazioni operative per tutti i soggetti che operano nel settore dei servizi fiduciari:

Procedure di identificazione

È essenziale implementare procedure standardizzate per l’identificazione di tutti i soggetti coinvolti nei trust, prestando particolare attenzione a:

  • Acquisizione di copia dei documenti di identità di beneficiari e guardiani
  • Verifica dell’effettiva esistenza e validità dei documenti
  • Aggiornamento periodico delle informazioni acquisite

Sistemi di registrazione

Deve essere garantita la corretta annotazione di tutti i soggetti identificati nei registri previsti dalla normativa, implementando sistemi di controllo che assicurino la completezza e l’aggiornamento delle informazioni.

Formazione del personale

È necessario assicurare una formazione adeguata del personale sui contenuti e sulle modalità di applicazione della normativa antiriciclaggio, con particolare riferimento alle specificità del settore dei trust.

Conclusioni e soccombenza

La sentenza si è conclusa con una soccombenza parziale per entrambe le parti: il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha visto confermata la sussistenza delle violazioni ma ridotta la sanzione applicata, mentre i ricorrenti hanno ottenuto una riduzione significativa dell’importo dovuto ma non l’annullamento del provvedimento.

Il Tribunale ha disposto la compensazione integrale delle spese processuali tra le parti, motivando tale decisione con il parziale accoglimento dell’opposizione e le modifiche normative intervenute nel corso del giudizio.

Questa pronuncia rappresenta un importante precedente per l’interpretazione degli obblighi antiriciclaggio nel settore dei trust, chiarendo che la specializzazione professionale comporta responsabilità specifiche che non ammettono deroghe o attenuazioni basate su presunti errori o omissioni involontarie. Al contempo, conferma l’importanza di una corretta applicazione dei criteri di proporzionalità nella determinazione delle sanzioni, garantendo che queste siano effettivamente commisurate alla gravità delle violazioni accertate.